di Petra Fasoli La didattica inclusiva è un orientamento educativo nato per garantire la comprensione dei bisogni educativi dei singoli alunni, al fine di superare eventuali difficoltà e differenze e stimolare la ricerca di soluzioni funzionali.
La didattica inclusiva è indicata, ad esempio, per alunni che presentino disturbi specifici dell’apprendimento, per studenti con bisogni educativi speciali, per alunni stranieri e in molti altri casi. Tuttavia, è necessario ribadire che tutti gli alunni possono ottenere benefici da questo orientamento educativo. Lo scopo di tale didattica è, infatti, quello di appianare differenze o difficoltà e garantire all’alunno la possibilità di esprimere al massimo il proprio potenziale. Attualmente le strategie di didattica inclusiva sono molte e promuovono spesso diverse modalità di apprendimento, tra cui il cooperative learning, l’integrazione della tecnologia, la didattica metacognitiva. Nell’ambito dell’insegnamento delle lingue straniere troviamo, ad esempio, degli approcci inclusivi come l’apprendimento multisensoriale e la didattica metacognitiva. L’approccio multisensoriale si basa sull’attivazione simultanea di più canali percettivi e permette una più efficace memorizzazione grazie alla connessione tra simbolo, suono e azione. Quando lo studente scopre un nuovo vocabolo, può essere utile presentarlo mediante un’immagine abbinata alla parola stessa, chiedendo di pronunciarla facendo attenzione al suono che si va a creare, ma anche chiedendo di mimarne la forma o una qualche caratteristica. In questo modo, non viene attivato un solo canale, bensì tre. Per prendere confidenza con lo spelling di una parola straniera, può risultare efficace tracciarne le lettere con l’indice, al fine di replicarne la forma attivando il canale cinestetico (un canale spesso sottovalutato, la cui attivazione è particolarmente indicata nel caso di studenti con dislessia). La didattica metacognitiva può rivelarsi utile nell’identificazione di schemi e modelli linguistici. È possibile coinvolgere attivamente ed esplicitamente gli studenti in attività metacognitive di ragionamento che permettano di promuovere l’autonomia. Ad esempio, si può rendere l’apprendimento un processo di scoperte in cui l’alunno si muove come un investigatore per capire come funziona la lingua. L’insegnante può, a sua volta, intervenire con domande volte a stimolare il ragionamento, chiedendo ad esempio per quale motivo lo studente pronuncia o scrive una parola in un determinato modo o chiedendo dove la si possa collocare e per quale motivo.
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