di Marta Scarduelli Tempo di lettura: 5' Caro lettore,
Mi presento. Mi chiamo Marta, ho 29 anni, sono laureata in lingue straniere e da un paio sono un’insegnante. Grazie ad una MAD (messa a disposizione), ho iniziato il mio percorso in una scuola elementare, in un piccolo paesino del Trentino-Alto Adige. Ho insegnato tedesco a dolci e vivaci studenti, tra non pochi ostacoli! Al primo anno di insegnamento, dopo soli cinque mesi, sono stata costretta a rimodulare le mie lezioni (in presenza) in didattica a distanza, per il motivo che ormai tutti conosciamo. Anche se a volte frustrante e complesso, ho proseguito il mio percorso con coraggio e oggi sono qui. Sono entrata a far parte dell’Associazione Un'Altra Scuola qualche mese fa. Il motivo è semplice: sono un’insegnante, vivo della mia passione e vorrei che tu vedessi, attraverso le mie parole, quello che io vedo e vivo ogni giorno tra i banchi. La mia rubrica parlerà di varie tematiche. Tutte avranno un filo conduttore: lo studente e tutto ciò che gli ruota intorno. Oggi parleremo di valutazione e motivazione allo studio. Buona lettura! VALUTAZIONE, L’INCUBO DI OGNI STUDENTE “Profe, ma questo lo mette in verifica?”. Se mi chiedessero di pensare ad una domanda che sento spesso in classe, ecco, senza ombra di dubbio penserei a questa. A volte arriva non appena accenno alla frase “Oggi ragazzi introduciamo un argomento nuovo”. Prima di proseguire vorrei però spiegarti che nel mondo della didattica non esiste solo la valutazione sommativa così come la conosciamo noi, per intenderci quella che ci ha accompagnato nel nostro percorso scolastico. VARIE TIPOLOGIE DI VALUTAZIONE L’anno scorso, proprio durante il primo lockdown, ho avuto modo di approfondire le mie conoscenze preparando alcuni esami di materia psico-pedagogica (i famosi 24 CFU per intenderci). Illuminante è stato un corso (“Ricerca educativa e valutazione nell’insegnamento”) tenuto dal Prof. Mario Maviglia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, il quale ha approfondito il tema della valutazione. Ne esistono di vari tipi, ma ne cito solo alcune, ognuna con una funzione diversa: Diagnostica: potremmo definirla come uno strumento per “sondare il terreno”; l’insegnante somministra una prova agli studenti all’inizio di un nuovo percorso di apprendimento, per verificare se questi possiedono già conoscenze sull’argomento. È fondamentale per impostare gli obiettivi didattici. Formativa e orientativa: il docente somministra una prova in itinere (quando ancora l’argomento non è concluso) e verifica qual è il livello di apprendimento di ogni studente fino a quel momento. Si tratta di una valutazione utile soprattutto al docente, per verificare se le modalità didattiche adottate sono corrette o se, al contrario, è necessario mettere in campo determinate strategie di insegnamento. Sommativa: è la valutazione formale, che ha valore pubblico, per intenderci quella che troviamo scritta sulla pagella a fine quadrimestre, che ogni studente teme. Essa “certifica” (o meglio, dovrebbe certificare) l’avvenuta conquista di specifiche abilità e conoscenze. Approfondendo il tema della valutazione si deduce quindi che lo studente non è il solo a doversi sentire “valutato” ma lo è anche il docente stesso. Lo studente in riferimento alle sue competenze e abilità, l’insegnante alle sue competenze professionali. Lo sapevi? VALUTAZIONE E MOTIVAZIONE: QUALE LEGAME? Tornando alla domanda di prima, ti dirò ora cosa rispondo io generalmente ai miei studenti quando si fanno prendere dall’ansia del voto (mi correggo, non tutti hanno l’ansia del voto, a qualcuno l’idea di un’ipotetica verifica non agita particolarmente…). “Ragazzi, non tutto quello che condivido con voi e di cui parliamo a lezione sarà oggetto di verifica. Quando sarà il momento, vi spiegherò bene gli argomenti. Per ora, state tranquilli”. Non sempre funziona, certo, ma alla lunga aiuta i miei ragazzi a non vivere l’apprendimento come se fosse una prova continua. Una curiosità. Ho realizzato nel tempo che la domanda arriva soprattutto dalle classi prime: che sia un retaggio della scuola media? Dall’introduzione del registro elettronico, la famosa verifica o interrogazione terrorizzano in modo esponenziale: i genitori possono accedere al registro quando preferiscono e verificare di giorno in giorno i voti “accumulati” dai propri figli. Purtroppo, nel mio breve percorso da insegnante mi è capitato più volte di avere a che fare con ragazzi preda delle aspettative (un po’ troppo severe e rigide) dei genitori. “Se non prendo almeno 8 o 9, mia mamma non è contenta”. Ma tra i due, chi sta andando a scuola? La mamma o il figlio/la figlia? Ecco che la verifica diventa esclusivamente una motivazione strumentale: devo studiare tanto altrimenti la mamma si arrabbia e la mia media si abbassa. Come insegnante mi chiedo continuamente come questa prospettiva possa funzionare: è davvero giusto, come genitori, far vivere al proprio figlio anni di scuola perseguitato da così tante aspettative? Cosa c’è di vergognoso in una sufficienza o, addirittura, in un’insufficienza? La motivazione nascosta dietro al ragionamento dei ragazzi è la cosiddetta “motivazione estrinseca”: lo studente pensa “io studio, non per me, per imparare, ma perché all’orizzonte ci sarà una verifica che devo fare bene, per rendere contenti il professore, mamma e papà”. Viene chiamata così proprio perché si tratta di fattori esterni che agiscono sul ragazzo e sul suo ruolo nell’apprendimento. Io, nel mio piccolo, cerco di coltivare nei miei studenti la “motivazione intrinseca”: quella interna, che viene da ognuno di noi, e ci spinge a conoscere perché ci fa stare bene. Quella che, se prendiamo un brutto voto, non ci sbarra la strada, ma ci incoraggia a fare meglio la prossima volta. Quindi caro lettore, che tu sia uno studente, un genitore, un insegnante: coltiva e valorizza, in chi ti circonda, la motivazione intrinseca all’apprendimento. Sarà la spinta naturale per evitare eccessiva ansia e frustrazione nei ragazzi e un ingrediente fondamentale per vivere la scuola nel modo più sereno e armonioso possibile. Per questa puntata è tutto, ci vediamo alla prossima! A presto, Marta RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Dispensa di “Ricerca educativa e valutazione nell’insegnamento” (24 CFU) - Professor Mario Maviglia (Università Cattolica del Sacro Cuore - Brescia) Dispensa di "Linguistica Applicata" - Professor Paolo Nitti
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