E’ arrivato settembre, anche per il 2021. Un anno che, pur con tutti gli alti e bassi che caratterizzano qualsiasi anno, non passerà certo alla storia come un anno qualsiasi. Perché era ad esso che avevamo guardato, da quel maledetto marzo 2020 in poi, con speranza e impazienza, pregustando il ritorno alla nostra agognata normalità. Una normalità che ci eravamo anche ripromessi di mettere in discussione, sforzandoci di ripensare tutte le cose che avevamo sempre dato per scontate, perché si sa che è dai momenti di maggiore crisi che nascono le rivoluzioni. Per un attimo ci avevamo quasi creduto. Poi anche il 2021 ha fatto il suo corso - un corso meno lineare di quanto pensassimo - e strada facendo, nella confusione di regole e capri espiatori, abbiamo perso un po’ di spirito rivoluzionario. Ora che si comincia a intravederla, la fine di quest’anno non somiglia più tanto al traguardo. Insomma, la strada per combattere la pandemia è ancora lunga - e di quella per arginare le emergenze climatiche o umanitarie è meglio non parlare proprio; ma non è di questo che vorrei raccontare oggi. Perché questo settembre 2021, comunque sia, non è identico a quello del 2020. Noi di Un’Altra Scuola, almeno, non ci sentiamo tornati al punto di partenza. Non è stato un anno facile, pur nella posizione geopoliticamente ed economicamente privilegiata in cui di certo ci troviamo, rispetto a tanti altri. La cosa più difficile è stata mantenere il ritmo, l'entusiasmo, la fiducia nelle nostre convinzioni e nell’utilità del nostro lavoro, quando tutto attorno a noi sembrava andare per il peggio. Eppure siamo riusciti a non perdere di vista l’obiettivo, a continuare a credere che, anche quando l’emergenza sembra richiedere tutta la nostra energia, mantenere invece l’attenzione sulla visione a lungo termine è indispensabile, perché cercare di affrontare il presente senza di essa è inutile e cieco, se non deleterio. Secondo noi non ci può essere visione a lungo termine, per una società, che non parta dall’educazione, perché educare bambini e ragazzi di oggi significa formare gli adulti di domani. Noi abbiamo scelto di continuare a credere nella scuola: non quale panacea di tutti i mali - come a volte la politica e i media sembrano pretendere - bensì quale fondamento indispensabile per continuare a costruire la società del futuro. Perché è questo che la scuola fa, che lo si voglia o meno; interessarci di come essa lo faccia significa, semplicemente, interessarci della direzione in cui stiamo spingendo il nostro futuro. Abbiamo riflettuto molto su questo aspetto, e ci siamo chiesti in chi sia più urgente risvegliare questa coscienza. La risposta è semplice, se non scontata: noi stessi. Siamo noi i diretti interessati, studenti e studentesse, o magari giovani ormai usciti dal sistema scolastico e universitario. Forse non vedevamo l’ora di uscirne, e probabilmente smetteremo di pensarci fino a quando non toccherà, a loro volta, ai nostri figli. Ma se vogliamo un’educazione migliore per i nostri figli è ora che dobbiamo agire: e per agire è necessario, prima di tutto, informarsi. Così abbiamo scelto di abbracciare questa nuova sfida: ci siamo dati una forma legale, quella dell’associazione culturale - di cui oggi vi scrivo da Presidente - e da allora siamo cresciuti, anche se con un po’ di fatica accumulata tra uno scoglio burocratico e l’altro. Anche grazie a questa fatica, però, abbiamo capito ciò che vogliamo essere: uno spazio d'informazione online, per stimolare fra i giovani un dibattito critico e indipendente sul tema della scuola e dell'educazione. A questo spazio virtuale, formato dalle pagine social e dal nostro sito, contribuiscono numerosi e preziosissimi volti, che nelle prossime settimane imparerete a conoscere. E ad esso si aggiunge, finalmente, anche uno spazio reale: quello degli eventi. Immagino che tutti voi, se abitate a Trento, conoscerete la meravigliosa libreria due punti, che per Un’Altra Scuola è un po’ una casa, sia burocratica (è la nostra sede legale) che affettiva. E’ infatti alle loro presentazioni che abbiamo conosciuto molti dei e delle docenti, autori, autrici e intellettuali che sono diventati per noi figure di riferimento e ispirazione, o addirittura amiche. Per questo, nei prossimi mesi, collaboreremo alla realizzazione di alcuni piccoli eventi, a cui non vediamo l’ora di conoscere anche voi, lettori e lettrici - e magari, se lo desiderate, futuri membri della squadra. Con questa speranza - vorrei dire con questa promessa, ma nonostante il mio poetico entusiasmo il 2020 è una ferita ancora fresca - auguro a tutte e a tutti un buon ri-inizio dell’anno (perché settembre sia il vero capodanno mi ero già divertita a spiegarlo qui). Che sia a scuola, al lavoro o all’università, vi auguro un inizio il più possibile sereno, non rassegnato ma consapevole, e ancora capace di entusiasmarsi e di credere che il cambiamento è inevitabile, ma contribuire attivamente e positivamente ad esso è possibile. di Elisa Mazzocato
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